Si torna online con un'altra recensione.
Oggi si parla di Broken Age, avventura grafica punta e clicca ideata da Double Fine, software house capitanata dal buon vecchio Tim Schafer, il papà di icone videoludiche del calibro di Monkey Island, Full Throttle e Grim Fandango. Il titolo è un revival delle atmosfere di videogiochi d'altri tempi, in cui la narrazione era tutto e il gameplay era così farraginoso da rendere talvolta l'esperienza frustrante. Anche Broken Age propone la stessa formula, mostrando luci e ombre di un progetto nato su Kickstarter, che ha subito uno stop dei lavori durante la fase di produzione e una frammentazione in due atti usciti a distanza di più di un anno l'uno dall'altro.
Oggi si parla di Broken Age, avventura grafica punta e clicca ideata da Double Fine, software house capitanata dal buon vecchio Tim Schafer, il papà di icone videoludiche del calibro di Monkey Island, Full Throttle e Grim Fandango. Il titolo è un revival delle atmosfere di videogiochi d'altri tempi, in cui la narrazione era tutto e il gameplay era così farraginoso da rendere talvolta l'esperienza frustrante. Anche Broken Age propone la stessa formula, mostrando luci e ombre di un progetto nato su Kickstarter, che ha subito uno stop dei lavori durante la fase di produzione e una frammentazione in due atti usciti a distanza di più di un anno l'uno dall'altro.
Nonostante tutto l'avventura si Shay e Vella, i due protagonisti del gioco, è una lettera d'amore agli orfani delle opere di Lucas Arts, che saranno sicuramente entusiasti di rivivere le tipiche atmosfere e la tipica scrittura dei punta e clicca del tempo che fu. Detto ciò vi lascio alla mia recensione del gioco che potrete leggere su Mondoplay.
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Buona lettura!
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